Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009 - (Page 10)

Fratture dentali Inquadramento clinico Le fratture dentali sono un’evenienza comune sia nel cane che nel gatto 1. Solitamente, sono la conseguenza di eventi traumatici di varia natura, come incidenti automobilistici, lotte con altri animali, cadute dall’alto (specie nel gatto), masticazione di oggetti particolarmente duri, lesioni da arma da fuoco 1-3. Gli elementi dentali più colpiti sono i canini (Foto 1) e i cosiddetti denti ferini o carnassiali, vale a dire l’ultimo premolare mascellare (Foto 2) ed il primo molare mandibolare 4. Le fratture possono interessare la corona del dente, la radice, oppure entrambe. Sia le fratture coronali che quelle corono-radicali possono essere complicate o non complicate, a seconda che ci sia a meno il coinvolgimento della polpa a livello della linea di frattura 2,3,5. Nel caso di esposizione pulpare, i batteri presenti nella cavità orale raggiungono la polpa dentale (parte vascolarizzata e innervata del dente), la colonizzano e, dopo aver oltrepassato l’apice radicolare, aggrediscono l’osso circostante, provocando, in un tempo variabile in base alle difese dell’organismo ed alla patogenicità della carica batterica presente, la formazione di lesioni periapicali, ascessi e fistole 5-7. In particolare, la fistolizzazione della regione zigomatica si correla spesso alla frattura del quarto premolare mascellare, le cui radici buccali sono ricoperte da un sottile strato osseo. La lisi di tale strato, conseguente alla patologia apicale, crea una comunicazione diretta con cute e sottocute, portando alla formazione di fistole chiaramente visibili (Foto 3). Diagnosi La diagnosi è basata sulla visita clinica della cavità orale e, in particolare, sulla valutazione dell’elemento dentale interessato. Può accadere, però, che fratture non recenti vengano coperte dal tartaro e, dunque, non possano essere correttamente visualizzate all’ispezione diretta del cavo orale (Foto 4). Relativamente ai segni clinici, gli elementi dentali fratturati determinano dolore dal momento in cui si instaura la patologia pulpare sino alla totale necrosi di quest’ultima. Il dolore si ripresenta poi all’instaurarsi della patologica apicale. La valutazione del dolore resta in ogni caso difficile e, a meno che non siano presenti tumefazioni visibili a livello mandibolare o fistolizzazioni a livello zigomatico, gli unici segni clinici visibili possono essere la scialorrea, la disoressia, la riluttanza al gioco o alla palpazione ed al sondaggio del dente stesso. Terapia Cosa fare Le fratture dentali non complicate richiedono solitamente trattamenti minimi, volti ad esempio a levigare i margini dello smalto, o a prevenire possibili irritazioni pulpari, unitamente ad un regolare monitoraggio (sia clinico che radiografico) della vitalità della polpa 2,5. Viceversa, i denti fratturati con esposizione pulpare (fratture complicate) richiedono sempre un trattamento adeguato, scelto in base all’età del soggetto, al tempo intercorso tra il momento del trauma e la visita clinica, ed alle aspettative del proprietario (Tabella) 8-13. Cosa evitare Purtroppo, le fratture dentali vengono frequentemente ignorate e/o molto spesso sottovalutate sia dai proprietari che dagli stessi medici veterinari. In realtà, si tratta di lesioni che non solo comportano dolore per l’animale, ma che, con l’andar del tempo, portano a gravi processi infiammatori ed infettivi, destinati a compromettere sia il successo di qualsiasi intervento terapeutico, sia la qualità della vita dell’animale stesso. Tabella - Principali opzioni di trattamento delle fratture coronali complicate. Età del soggetto Tempo intercor- Valutazione dell’apice so dal trauma radicolare Trattamento Soggetti sino a 18 mesi Max 48 ore Apice aperto Incappucciamento diretto della polpa a Pulpotomia vitale b Apexogenesi c Pulpotomia vitale b Terapia canalare d Terapia canalare Estrazione Soggetti oltre 18 Max 48 ore mesi Soggetti oltre 18 Oltre 48 ore mesi Tutti i soggetti Apice chiuso Apice chiuso Ininfluente La terapia cambia a seconda che vi sia o meno esposizione della polpa… Ininfluente a. posizionamento di un materiale biocompatibile (generalmente idrossido di calcio) sulla polpa esposta, e successivo restauro. b. asportazione della polpa contaminata, ed otturazione con materiali biocompatibili per mantenere la vitalità del dente e garantire il normale sviluppo. Successivo restauro. c. tecnica utilizzata per completare lo sviluppo dell’apice radicolare in denti immaturi. d. tecnica di rimozione di tutta la parte vitale del dente, seguita da riempimento del canale pulpare con materiali idonei (guttaperca e cementi canalari). Successivo restauro. Foto 1 - Labrador, maschio, 18 mesi. Frattura coronale complicata del canino mandibolare. Foto 2 - Stesso soggetto di foto 1. Frattura coronale complicata del quarto premolare della mascella. Foto 3 - Cane meticcio, maschio, 10 anni. Fistolizzazione dell’area zigomatica, conseguente a frattura coronale complicata del quarto premolare della mascella. Foto 4 - Stesso soggetto di foto 3. Frattura coronale complicata del quarto premolare della mascella. Il tartaro, accumulatosi sulla superficie del dente, impedisce la visualizzazione della linea di frattura. 0 Inn. Vet. Med. • N.o 2 (10) • Ottobre 2009

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009

Copertura
Sommario
Curriculum dell’autore
Malattia parodontale (gengivite e parodontite)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Gengivostomatite cronica felina (feline chronic gingivostomatitis, FCGS)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Lesioni da riassorbimento odontoclastico nel gatto (feline odontoclastic resorptive lesions, FORL)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Fratture dentali
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate

Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009

http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/Arthro_System
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed/Ti_sei_lavato_i_denti-2011_03-02
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/Linea_Restomyl
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed-2-10-Ottobre2009
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed-1-8-Febbraio2009
https://www.nxtbookmedia.com