Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009 - (Page 6)
Gengivostomatite cronica felina (Feline chronic gingivostomatitis, FCGS) Inquadramento clinico La gengivostomatite cronica felina (feline chronic gingivostomatitis, FCGS) è una infiammazione cronica persistente dei tessuti muco-gengivali, che colpisce comunemente i gatti adulti 1,2. Pur potendo interessare tutti i felini domestici, la FCGS si manifesta in modo più precoce e grave nei soggetti di razza pura (Siamese, Abissino, Persiano, Himalayano, Burmese) rispetto ai felini domestici, sia a pelo lungo che corto 1,3. La malattia si presenta con quadri clinici estremamente variabili: dalle più frequenti lesioni bilaterali eritematose, ulcerative e/o proliferative, soprattutto a carico delle gengive e della mucosa buccale; ad aree di infiammazione, focale o diffusa, nella porzione distale del cavo orale (faucite), a livello della lingua, della mucosa vestibolare delle guance, degli archi glosso-palatini e del palato duro 1,3 (Foto 1; Foto 2; Foto 3). Da un punto di vista istopatologico, la FCGS è caratterizzata da densi infiltrati linfoplasmacellulari, associati a focolai di infiammazione cronica mista, con prevalenza di neutrofili misti a linfociti, macrofagi e mastociti (Foto 4) 1,4,5. I segni clinici di FCGS comprendono: alitosi, difficoltà di prensione e/o masticazione del cibo, disfagia, dolore all’apertura della bocca, disoressia ed anoressia con conseguente perdita di peso, scialorrea (ptialismo). A volte, possono comparire disordini comportamentali, con gatti meno attivi e riluttanti ad eseguire la quotidiana pulizia (grooming) o, alternativamente, più aggressivi verso il proprietario e/o gli altri animali. A tutt’oggi, l’eziologia e la patogenesi della FCGS non sono definitivamente accertate. Finora, sono stati chiamati in causa diversi agenti eziologici, tra cui i batteri della placca ed i virus ( calicivirus, herpesvirus, virus della leucemia felina (FELV), virus dell’immunodeficienza felina (FIV), coronavirus), che agirebbero da stimoli antigenici persistenti, in grado di scatenare una reazione di ipersensibilità a livello del cavo orale 1,6,8. Attualmente, dato che nessuno studio ha dimostrato il coinvolgimento di un unico agente patogeno, la FCGS viene considerata una patologia multifattoriale 9. Diagnosi La diagnosi di FCGS si basa principalmente sulla valutazione dell’aspetto clinico delle lesioni 4. È consigliabile effettuare un prelievo bioptico, non solo per confermare la diagnosi, ma anche per stabilire l’eventuale coinvolgimento dell’osso alveolare. L’esame clinico viene solitamente completato da controlli ematochimici, biochimici e sierologici, mirati ad isolare i microrganismi causali, e ad accertare le condizioni generali del paziente. Un’indagine radiografica completa del cavo orale permette di valutare la concomitante presenza di parodontopatie, di frammenti di radici ritenute o di lesioni da riassorbimento odontoclastico (Feline Odontoclastic Resorptive Lesions, FORL) 10. maniera più o meno rilevante, la flogosi, riesce a condurre una vita normale, senza necessità di altri trattamenti medici. Ovviamente, la somministrazione di antibiotici, antinfiammatori ed analgesici è da considerarsi parte integrante del trattamento estrattivo. Tra gli antibiotici d’elezione, ricordiamo: l’associazione di amoxicillina ed acido clavulanico, la clindamicina e, nei casi più gravi o in presenza di antibiotico-resistenza, il metronidazolo. Anche l’utilizzo di cibi ipoallergenici può risultare di aiuto nei gatti portatori di FCGS che, per definizione, sono da considerarsi soggetti ipersensibili ed iperergici16. Infine, può rivelarsi utile l’applicazione locale di gel odontostomatologici a base di aliamidi (adelmidrol), stante la capacità di queste molecole di controllare in modo naturale infiammazione e dolore, e favorire i processi di riparazione mucosale 17,18, attraverso la down-modulazione dei mastociti residenti nel cavo orale 19. Cosa evitare I corticosteroidi (metilprednisolone) si rivelano efficaci, ma, per mantenere il controllo dei segni clinici, la terapia dovrebbe essere protratta per tutta la vita dell’animale. Sono però assolutamente da evitare le terapie corticosteroidee prolungate, per diversi motivi: 1) i noti effetti collaterali sistemici degli antinfiammatori steroidei, ivi compreso l’abbassamento delle difese immunitarie e, dunque, l’aumento di probabilità di sviluppare batteri patogeni nel cavo orale; 2) l’efficacia che decresce nel tempo, tanto da rendere necessario l’aumento dei dosaggi e la diminuzione dell’intervallo di tempo tra una somministrazione e l’altra, per garantire la remissione dei segni clinici; 3) la capacità dei cortisonici di favorire direttamente la placca batterica, facilitando l’insorgenza e/o l’aggravarsi di una parodontopatia coesistente con la FCGS 12. L’utilizzo degli antinfiammatori steroidei dovrebbe, dunque, essere Terapia Cosa fare Nella FCGS sono state utilizzate numerose terapie mediche (es. antibiotici, corticosteroidi, interferone, megestrolo acetato, sali d’oro, lattoferrina, salicilato di sodio) 11-13. Pur tuttavia, oggi non è ancora possibile individuare un’unica terapia efficace e duratura. La riduzione della carica batterica presente nel cavo orale rimane, comunque, uno dei punti basilari del trattamento. Qualora il controllo della placca non risulti possibile attraverso una profilassi professionale (detartrasi e lucidatura dei denti), accompagnata da un’accurata igiene domiciliare (cosa, tra l’altro, difficilmente attuabile in soggetti con flogosi attiva e, dunque, dolorabilità elevata), si deve optare per la chirurgia estrattiva 1,7,14. Allo stato attuale, tale chirurgia sembra essere l’opzione più favorevole, basandosi su un principio molto semplice: l’assenza di denti non permette la formazione della placca, costituita da quei batteri in grado di scatenare e sostenere il processo infiammatorio cronico, tipico della FCGS. Come confermato da alcuni lavori 1,15, un’alta percentuale di soggetti trattati con l’estrazione, completa o parziale (premolari e molari) degli elementi dentari, pur continuando a manifestare, in Foto 1 - Lesione orale a carico degli archi glosso-palatini in corso di FCGS. Foto 2 - Interessamento della zona faringea in corso di FCGS. Foto 3 - Lesioni orali di tipo erosivo-proliferativo in corso di FCGS. Foto 4 - Nella microfotografia a medio ingrandimento, la colorazione Giemsa evidenzia la presenza di mastociti (in blu) in aree periferiche all’infiammazione linfoplasmacellulare (Foto M. Castagnaro). Non esiste un’unica terapia efficace per la stomatite del gatto… la riduzione della placca rimane ancora uno dei punti basilari del trattamento. Inn. Vet. Med. • N.o 2 (10) • Ottobre 2009
Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009
Copertura
Sommario
Curriculum dell’autore
Malattia parodontale (gengivite e parodontite)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Gengivostomatite cronica felina (feline chronic gingivostomatitis, FCGS)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Lesioni da riassorbimento odontoclastico nel gatto (feline odontoclastic resorptive lesions, FORL)
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Fratture dentali
Inquadramento clinico
Diagnosi
Terapia. Cosa fare
Terapia. Cosa evitare
Con il proprietario
Caso clinico
Referenze citate
Innovation in Veterinary Medicine - Dental practice - Ottobre 2009
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/Arthro_System
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed/Ti_sei_lavato_i_denti-2011_03-02
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/Linea_Restomyl
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed-2-10-Ottobre2009
http://www.nxtbook.fr/newpress/Innovet/InnVetMed-1-8-Febbraio2009
https://www.nxtbookmedia.com