Morningstar Investor – Maggio/Giugno 2011 - (Page 10)
Gli Scenari
Emergenti, la crescita passa dai consumi
Di Mark Mobius
La domanda di beni è in rapida espansione ed è superiore all’offerta, che quindi aumenterà. Ma le aziende dovranno poter continuare a contare su politiche fiscali accomodanti.
Sono due i temi di investimento sui mercati emergenti per il 2011. Il primo è rappresentato dai consumatori, che stanno accrescendo il reddito pro capite molto velocemente e quindi hanno sempre maggiori disponibilità di spesa. Di qui l’importanza di avere un portafoglio orientato ai beni di consumo. Il secondo tema riguarda le materie prime. Pensiamo che le quotazioni continuino a salire, perché la domanda da parte delle aree in via di sviluppo rimarrà elevata a lungo. Non dimentichiamo, inoltre che il 77% delle terre si trova nei continenti latino-americano, africano ed asiatico, dove ci sono Paesi che sono i principali fornitori di risorse scarse tra cui il petrolio, il gas naturale, i prodotti agricoli e i metalli. La chiave della crescita I consumi sono il fattore guida della crescita globale. Assistiamo a un rapido aumento della spesa sui mercati emergenti, ma anche in Europa e negli Stati Uniti le politiche di espansione monetaria stimolano la domanda, che di conseguenza dovrebbe riprendersi. Le prospettive migliori riamangono, comunque, nelle aree in via di sviluppo, dove vive circa l’82% della popolazione mondiale e l’esigenza anche solo di beni primari (cibo, vestiti, energia e case) è di gran lunga superiore a quella che l’offerta locale è in grado di soddisfare. Questo spinge le aziende domestiche ad assumere, generando ricchezza, in una spirale di sviluppo.
Questa dinamica è favorita anche dalle multinazionali straniere, che, attratte dalla disponibilità di manodopera, spostano la produzione o danno in outsourcing i servizi. Man mano che il benessere aumenta, i consumi esplodono per qualsiasi bene, dalle auto, agli elettrodomestici alle tv. Le potenzialità sono enormi. Per esempio, solo l’1,2% della popolazione indiana possiede un’auto (contro l’81,4% negli Stati Uniti), in appena il 3,3% delle famiglie c’è un pc (80,5% negli Usa) e la diffusione di telefonini è del 29,4% (86,8% in Usa). I rischi Ma il percorso di crescita non è privo di insidie. È fondamentale che proseguano le politiche a favore degli investimenti del settore privato. I tassi di sviluppo delle aree emergenti rimarranno sostenuti se questi Paesi continueranno ad attrarre capitali dall’estero e stimolare la domanda domestica, attraverso regimi fiscali benevoli e una spesa pubblica sotto controllo, indirizzata verso i settori-chiave della crescita. Se ciò non accadrà, ci sarà una battuta d’arresto del processo di espansione. Dove investire Quali aree o Paesi sono più attraenti? È difficile da dire, perché i mercati emergenti sono nel complesso interessanti. Il nostro focus è sulle singole aziende, più che sull’asset allocation geografica. In quest’ottica riteniamo che ci
siano grandi opportunità sia nei Bric (Brasile, Russia, India, Cina), sia in Stati come la Thailandia, Singapore, Malaysia, il Sud Africa e la Nigeria. Dal punto di vista settoriale, pensiamo siano interessanti le materie prime in Paesi come la Russia e il Brasile, anche se guardiamo anche alle società che producono beni di consumo. Per quanto riguarda la Cina e l’India, ci concentriamo soprattutto sui consumi, perché vogliamo trarre profitto dalla crescita della domanda privata, che sarà il principale driver economico nei prossimi anni. La guerra delle valute Il quadro sui mercati emergenti non sarebbe completo se si ignorassero le dinamiche dei cambi. La cosiddetta “guerra delle valute” in realtà non è una guerra nel vero senso della parola perché non è pensabile che un Paese deliberatamente ne prenda di mira un altro per pilotare il rapporto di cambio. Tuttavia, dal momento che gli Stati Uniti continuano ad espandere la loro base monetaria, inondando il mondo di liquidità, i mercati emergenti cercano di conservare il livello delle loro divise, per favorire le esportazioni. Questo implica che acquistino dollari e titoli di Stato americani. È un circolo vizioso: più loro accrescono le riserve estere, più la fiducia nel paese aumenta, più la gente acquista le loro valute, determinandone un apprezzamento. Per correggere questi squilibri è necessaria la cooperazione tra tutte le nazioni.
10 Morningstar Investor Maggio/Giugno 2011
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Morningstar Investor Maggio/Giugno 2011
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