Morningstar Investor – Maggio/Giugno 2011 - (Page 20)
In Primo Piano
La frontiera è mobile
Di Valerio Baselli
Un tempo la Russia era “esotica” per gli investitori. Ora è un Bric. Altri scalpitano per entrare nell’arena mondiale. E con Etf e fondi si possono mettere in portafoglio.
Cinque anni fa Gregg Wolper, analista di Morningstar, definiva Brasile e Russia “destinazioni oscure”, esotiche, che gradualmente si sarebbero mosse verso una crescita che avrebbe portato benefici agli investitori pazienti e affamati di scommesse. Ormai, questi Paesi fanno parte dei cosiddetti Bric (acronimo coniato nel 2002 da Jim O’Neill, presidente di Goldman Sachs, che indica i quattro mercati emergenti che sono cresciuti più di tutti negli ultimi anni: Brasile, Russia, India e Cina). Arrivati a questo punto, però, è lecito aspettarsi che i giganti in via di sviluppo prendano fiato. Difficilmente riusciranno a battere o anche solo a ripetere le recenti perfomance (alcuni di questi mercati hanno superato i 120 punti percentuali di rialzo tra il 2009 e il 2010). Insomma, queste nazioni, la cui crescita non è certamente terminata, hanno però con ogni probabilità superato il fulcro del proprio boom economico. È tempo quindi, per chi vuole essere un passo avanti, di rivedere il gruppo. La crescita degli emergenti Il primo fondo comune d’investimento dedicato ai mercati emergenti fu lanciato da Franklin Templeton Asset Management nel 1987. All’epoca, nonostante ci fossero parecchie aree in via di sviluppo in Asia, America latina, Africa ed Europa, pochi di essi erano aperti agli investimenti stranieri. Da allora, comunque, si sono registrati molti cambiamenti che hanno
Indici a confronto: mercati emergenti vs mercati di frontiera negli ultimi 5 anni (dati in euro al 14 marzo)
(K) 16 MSCI EM NR USD: 13,98K MSCI Frontier Emerging Market NR USD: 9,11K
13 11 10 9 8 7 6 2007 2008 2009 2010 2011
trasformato la geografia finanziaria mondiale: l’apertura della Turchia, la fine dell’apartheid in Sud Africa, il crollo del muro di Berlino (e quindi dell’impero sovietico nell’Est Europa) e la conseguente apertura al resto del globo. Senza poi dimenticare la metamorfosi cinese. Secondo Franklin Templeton, la capitalizzazione di mercato dei Paesi in via di sviluppo è cresciuta dai 600 miliardi di dollari stimati nel 1989 ai 13,3 mila miliardi di dollari alla fine del 2009. Inoltre, le statistiche dell’istituto di ricerca EPFR Global dimostrano come i portafogli dei fondi dedicati ai mercati emergenti hanno totalizzato oltre 160 miliardi di flussi in entrata dal 1995 (anno in cui l’istituto ha cominciato a monitorarli) al 2010. Per comprendere il crescente interesse da parte degli investitori (istituzionali e privati)
verso queste aree basta osservare l’aumento del loro peso nell’indice Msci all countries World, passato da un 2% scarso al 13% negli ultimi vent’anni. Verso la frontiera Pensiamo al percorso dei mercati emergenti degli ultimi dieci o quindici anni come ad un film. Ora riavvolgiamo il nastro. Ebbene, i mercati che oggi consideriamo un solo gradino sotto a quelli sviluppati, erano allora indicati come “di frontiera”. Essi sono quei mercati che pur condividendo le interessanti prospettive di crescita a lungo termine dei comuni Paesi emergenti, tendono ad avere uno stadio di sviluppo ancora iniziale. Sono generalmente caratterizzati da un forte incremento demografi-
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L'Editoriale
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Emergenti o emersi?
Sviluppati, dinamici, emergenti: opportunità e rischi nei singoli Paesi
La frontiera è mobile
L'inflazione della Cina non è quella degli Usa
Emergenti, integratori di portafoglio
Quanti EM nei fondi globali e bilanciati
Così mi compro l'emergente
Investire sui mercati emergenti con i migliori fondi
Fund Analysis Emergenti
Fatturato made in Bric
Morningstar Investor – Maggio/Giugno 2011
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