Morningstar Investor – Maggio/Giugno 2011 - (Page 33)
Analisi Morningstar
Investire sui mercati emergenti con i migliori fondi
Di Dario Portioli
Il ruolo dei gestori può essere critico per cogliere le maggiori opportunità, controllando i rischi.
I mercati emergenti sono sempre più presenti nei portafogli degli investitori italiani ed europei. Ma è bene ricordare che investire in queste aree resta un’attività complessa. Una delle principali sfide è comprendere fino a che punto le prospettive di crescita di queste economie siano già state catturate dalle attuali quotazioni azionarie. In sostanza, è necessario confrontare i prezzi di mercato con le valutazioni per comprendere se esistono ancora margini di guadagno. Allo stesso tempo, bisogna comprendere che ruolo possano avere tali investimenti all’interno di un portafoglio diversificato, tenuto conto della maggior volatilità dei possibili rendimenti. Prima ancora, però, riteniamo importante concentrarsi brevemente sulla definizione di mercati emergenti. Classificazioni Attraverso la raccolta dei dati di portafoglio, Morningstar individua per ogni fondo la ripartizione dell’attivo tra aree geografiche considerate “in via di sviluppo” e “sviluppate”. In particolare, nell’effettuare tale riclassificazione, viene adottata la definizione della Banca mondiale, che si fonda su variabili come il prodotto interno lordo per abitante. Così, per fare alcuni esempi, le azioni di società domiciliate in Paesi come Argentina, Turchia, Cina o Indonesia vengono considerate “in via di sviluppo”. Esiste, però, un altro possibile approccio per definire l’esposizione di un fondo verso i mercati emergenti. Tale approccio tiene
conto dell’esposizione “economica”, anziché della domiciliazione delle società quotate. Un esempio può essere utile per chiarire quali sono le differenze. Samsung è una società di strumenti elettronici basata in Sud Corea. Secondo il primo approccio, quello della domiciliazione, Samsung è al 100% una società che opera in un Paese in via di sviluppo. In realtà, circa il 50% dei ricavi vengono generati in economie sviluppate. In modo speculare, Standard Chartered è una banca che ha sede nel Regno Unito, ma ha gran parte dei propri clienti in Asia, Medio Oriente e Africa. La conclusione è la seguente: per comprendere l’esposizione del proprio fondo ai mercati emergenti, non è sufficiente guardare alla domiciliazione dei titoli in portafoglio, ma bisogna studiare il posizionamento competitivo e il modello di business delle singole società. L’analisi fondamentale Con queste premesse, passiamo all’esame di alcuni fondi analizzati dal team di Morningstar. Nelle pagine che seguono, abbiamo proposto una selezione di quattro fondi dedicati ai mercati emergenti: Aberdeen Global Emerging Markets, Schroder Global Emerging Markets, BGF Latin America e FF China. Il principale criterio di selezione è stato il Rating Qualitativo Morningstar (“Superiore” o “Eccellente”). Allo stesso tempo, abbiamo scelto di presentare fondi che investono in diverse aree dei mercati
emergenti. È possibile così distinguere tra i fondi che hanno un approccio globale, come Aberdeen o Schroder, e quelli che si concentrano su una particolare area geografica, come BGF Latin America, o ancora su un singolo Paese. A seconda dell’universo di investimento scelto, e quindi del corrispondente profilo di rischio-rendimento, il fondo o i fondi dedicati ai mercati emergenti effettivamente selezionati dagli investitori dovrebbero giocare un diverso ruolo in portafoglio. Come regola generale, i fondi Paese dovrebbero avere solo un ruolo di nicchia, mentre quelli globali possono avere un ruolo più importante, ma comunque complementare all’esposizione azionaria domestica. Con maggior dettaglio, poi, è opportuno comprendere l’effettivo posizionamento di un fondo, l’esposizione verso settori industriali, valute e altri fattori di rischio. Nelle pagine che seguono, presentiamo le analisi “fondamentali” dei fondi sopracitati. Il team di ricerca di Morningstar si è concentrato sui pilastri che caratterizzano la qualità di un fondo: team di gestione, processo di investimento, società di gestione, performance e costi. Particolare focus, infine, viene dato allo studio del posizionamento di portafoglio, necessario per comprendere gli effettivi rischi e le opportunità di ciascun strumento di risparmio gestito. K
Dario Portioli è fund analyst di Morningstar in Italia.
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