Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2011 - (Page 42)

Analisi Morningstar Fondi o titoli, quale via per la Borsa Di Francesco Lavecchia La scelta dipende dalle caratteristiche dell’investitore, più o meno avverso al rischio. Cosa bisogna sapere per decidere in modo consapevole. Quali sono le determinanti che ci fanno preferire una tipologia di investimento ad un altro? Ci sono prodotti universalmente migliori di altri o sono le nostre caratteristiche personali a dettare la scelta? La ricerca economica si è più volte posta questi quesiti e, come nel paper pubblicato nel 2004 da R. Alessie, S. Hochguertel e A. van Soest, gli studiosi hanno provato a capire cosa distingue l’investitore in titoli azionari da chi acquista quote di fondi comuni d’investimento. Uno degli obiettivi dei ricercatori è stato quello di analizzare i trend dell’investimento in stock in varie fasi di mercato. Dallo studio emerge che a una maggiore quota di reddito nazionale investito in azioni corrisponde una più alta probabilità che le tasse sulle attività produttive diminuiscano, un forte attivismo degli azionisti ed una elevata pressione sul management per una miglior trasparenza e informazione. Che tipo di investitore sei? In linea puramente teorica, un fondo ben diversificato dovrebbe posizionarsi sulla frontiera efficiente dell’investitore, ottimizzando il rendimento atteso a fronte di un rischio minimo. Entrano quindi in gioco le caratteristiche dell’investitore, i suoi obiettivi e la sua disponibilità a rischiare. Variabili quali età, istruzione e qualifica professionale sono fortemente significative nella scelta tra fondi comuni e azioni. Soggetti con un’età compresa tra i 25 e i 45 anni e con una elevata istruzione hanno una più alta probabilità di investire in azioni, probabilità che aumenta se si tratta di un imprenditore o di un libero professionista rispetto a un lavoratore dipendente. Queste caratteristiche corrispondono a una maggior capacità di ricerca e interpretazione delle informazioni, qualità che accrescono la consapevolezza del rischio effettivo dell’investimento. Gli imprenditori, poi, detengono azioni della propria società e tendono ad avere una minore percezione della rischiosità del mercato azionario. E’ diverso il discorso per gli investitori poco esperti, con una limitata cultura finanziaria. Possono ugualmente investire in azioni, ma è meglio che si affidino a un professionista, come il gestore di fondi, scegliendo tra quelli particolarmente validi, capaci di garantire al comparto un rendimento superiore a quello medio di mercato. Quanto vuoi rischiare? E’ importante poi misurare il grado di avversione al rischio. Se non si è disposti a sopportare perdite più alte della media nel caso in cui il mercato scenda, allora è bene restringere l’universo ai fondi con un valore di beta inferiore all’unità. Se, invece, si ha confidenza con il mercato azionario, se si è in grado di distinguere un’azienda sana da una che cresce soltanto grazie a costose acqui- sizioni, allora si può rivolgere l’attenzione ai titoli con maggiori prospettive di crescita. Tipicamente chi investe direttamente sui mercati dei capitali ha una minor avversione al rischio e pur di realizzare un rendimento più elevato è disposto a sopportare perdite maggiori e una maggior volatilità dei rendimenti. Come scegliere La scelta di un titolo azionario è importante. Le statistiche dimostrano che ci sono aziende che pur garantendo elevati rendimenti presentano una volatilità inferiore alla media. E’ il caso delle società che vantano una posizione di vantaggio rispetto ai propri competitor (vedi tabella 1). Come si fa a capire quali sono? Innanzitutto è bene prendersi del tempo per comprendere i dati di bilancio; in secondo luogo bisogna valutate la profittabilità dell’impresa nel tempo, ovvero se ha generato elevati flussi di cassa. Se il rapporto tra questi ultimi e i ricavi totali è vicino o superiore al 5% siamo davanti ad una società ad elevata redditività. Può essere utile calcolare alcuni indici di redditività come il ROA (utile/totale attività) e il ROE (utile/patrimonio netto) e confrontarli con il costo del capitale e il valore medio dei competitor. Vanno considerati anche i margini di profitto: un margine netto vicino al 15% è un segnale di elevata profittabilità. 42 Morningstar Investor Settembre/Ottobre 2011

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Settembre/Ottobre 2011

Morningstar Investor Settembre/Ottobre 2011
Attualità
Rubriche
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L'Editoriale
I primi passi per curare le proprie finanze
Quando in famiglia i conti tornano
Traditi dalle emozioni
Giovani e precari, la pensione resta un miraggio
Gestioni previdenziali: prima regola, prudenza
Che fatica fare quadrare il bilancia famigliare
Come scegliere il conto deposito
Dai i voti al promotore/consulente
Una manovra necessaria
Rischio sistemico, è più alto se tutti investono nello stesso modo
L’asset allocation dei maghi della finanza
La lezione di Buffet
Fund Analysis dei fondi bilanciati
Fondi o titoli, quale via per la Borsa
Delusione della performance? Occhio al tempo

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