Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012 - (Page 12)
Scenari
La Cina ha molte carte da giocare
Di Anthony Bolton
La crescita rimarrà sostenuta e l’inflazione fa meno paura. Ci sono le condizioni per il rally delle azioni.
I prossimi 12 mesi saranno probabilmente decisivi per il mercato cinese poiché gli investitori si renderanno conto che l’economia non si trova in una fase di brusca caduta e l’inasprimento della politica monetaria sarà concluso. L’ultimo anno è stato caratterizzato da una volatilità straordinaria, ma ritengo che non appena si saranno calmate le acque gli investitori si concentreranno sui tassi di crescita relativi che le diverse regioni del mondo possono offrire. Credo fermamente che, alla luce di queste nuove considerazioni, i flussi di denaro si sposteranno progressivamente dai mercati sviluppati, alcuni dei quali presentano gravi problemi di debito pubblico e prospettive di crescita limitate nei prossimi anni, per affluire verso i mercati emergenti, come la Cina, dove la crescita è più sostenuta. Economia in espansione Con questo non intendo dire che la Cina sia immune dal rallentamento che sta attanagliando i mercati sviluppati. Il suo tasso di crescita sarà ovviamente meno brillante, ma l’economia continuerà ad espandersi, con un ritmo compreso fra il 7,5% e l’8%, il che appare molto allettante rispetto al resto del mondo. L’inflazione, pur avendo svolto un ruolo di primo piano nel 2011, ha iniziato a ridimensionarsi. Il rallentamento ha consentito alle autorità cinesi di mettere fine alla politica di inasprimento monetario e questa circostanza dovrebbe favorire i mercati. La rapidità e le
forme con cui verranno attuate le nuove misure di allentamento dipenderanno in parte dall’evoluzione che seguirà l’economia interna nel prossimo futuro e dall’eventualità che il mondo sviluppato ricada in recessione. Fra i temi all’ordine del giorno, gli investitori attivi in Cina guardano con apprensione al problema dei crediti bancari inesigibili e alla flessione dei prezzi degli immobili residenziali. Sul versante dei crediti bancari potenzialmente inesigibili, gli ostacoli non mancano, tuttavia il governo dispone delle risorse finanziarie necessarie per far fronte alla situazione. Un’attenzione particolare andrà inoltre dedicata all’analisi dei cambiamenti politici che avverranno nei prossimi 18 mesi e che potrebbero indurre le autorità a imboccare una direzione nuova in termini di politica economica. Bene consumi e servizi Per quanto riguarda la strategia di portafoglio, continuo a credere che i settori dei consumi e dei servizi andranno molto bene. Mantengo invece un posizionamento di sottopeso sui settori che fanno capo a banche, export, materie prime, infrastrutture e immobili. Consumi e servizi sono sensibili ad un rallentamento dell’economia cinese, tuttavia li ritengo i settori con le prospettive migliori a lungo termine. Anche se la crescita del Pil dovesse decelerare, prevedo che questi
segmenti metteranno a segno performance superiori a quelle dell’economia nel suo complesso. Se le mie previsioni si rivelassero inesatte e ci fosse davvero una nuova recessione che costringerebbe la Cina a varare ulteriori manovre di incentivazione, consumi e servizi ne sarebbero probabilmente i diretti beneficiari. La mia indole contrarian mi spinge ad essere ottimista riguardo alle prospettive dei mercati azionari. Le valutazioni restano molto interessanti rispetto ai dati storici e gli acquisti di azioni da parte dei manager di aziende a Hong Kong non sono mai stati così sostenuti da 11 anni a questa parte, 2008 escluso. L’avversione al rischio regna sovrana e, di solito, l’andamento dei mercati dà torto alla maggioranza. Ritengo quindi probabile una forte ripresa nei prossimi mesi. Un mondo che procede a due velocità Molti osservatori stanno cercando di tracciare un parallelismo tra la situazione odierna sui mercati globali e quella successiva al crollo di Lehman. Tuttavia, per quanto anch’io ritenga che alcune somiglianze ci siano, le differenze esistono. Dopo il fallimento di Lehman, l’attività industriale è praticamente crollata. Oggi, invece, i mercati sono in calo in previsione di contraccolpi sull’attività e di una nuova recessione in Occidente. Non è del tutto escluso che il pessimismo dei mercati finanziari finisca davvero per generare una fase recessiva, ma non credo che sarà così.
12 Morningstar Investor Gennaio / Febbraio 2012
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