Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012 - (Page 26)

Analisi Morningstar Cina e Usa: motori difettosi? Di Dario Portioli Alcuni gestori trovano meno opportunità di investimento in queste due economie. Vediamo il perché. É difficile mettere in discussione l’importanza di Cina e Stati Uniti ai fini della crescita economica mondiale. Il semplice esame della bilancia commerciale mette in evidenza il peso degli scambi originati da questi due paesi con il resto del mondo. Secondo i dati del Fondo monetario internazionale, nel 2010, le esportazioni cinesi sono state pari a 1.578 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno raggiunto 1.396 miliardi (con un bilancio positivo, dunque, per le esportazioni nette). Nello stesso periodo, in Usa l’export ha toccato 1.277 miliardi di dollari, e l’import 1.968 miliardi (a conferma del fatto che l’economia statunitense acquista più beni dal resto del mondo rispetto a quanti ne riesce a vendere). Si tratta di numeri impressionanti, che testimoniano come l’economia mondiale sia influenzata da quanto accade all’interno di questi stessi paesi, ovvero dalla forte crescita dell’economia cinese e dalla capacità di innovazione dell’economia statunitense. Dal punto di vista degli investimenti finanziari, però, non è sufficiente prendere in esame queste grandezze macroeconomiche. La scelta di investire in un particolare strumento finanziario, infatti, richiede anche un’analisi del grado di tutela legale, dei livelli di valutazione, della struttura dei mercati e delle opportunità di diversificazione. Sulla base di queste variabili, il giudizio finale sull’opportunità di investire in un particolare mercato può cambiare. Questo è il caso, ad esempio, della Cina, secondo alcuni gestori. Poca Cina Vontobel Emerging Markets Equity (Morningstar Analyst Rating “Silver”) è un fondo dedicato alle azioni dei mercati emergenti, che ha avuto un buon grado di successo sin da quando l’attuale gestore, Rajiv Jain, ne è il responsabile, ovvero dal 1997. Da allora a fine ottobre 2011, il rendimento realizzato è stato del 9,4%, ovvero 270 punti base in più della media di categoria Morningstar azionari mercati emergenti. Il gestore investe tra le 70 e le 90 azioni, con un chiaro focus sulle capitalizzazioni più grandi, orientate alla crescita, come suggerito anche dalla Morningstar Style Box. In particolare, Jain preferisce le società che registrano la gran parte del loro business all’interno degli stessi paesi emergenti (e così dipendono meno dalla crescita globale). Pur trovando diverse società cinesi con tali caratteristiche, il gestore ha deciso di sottopesare le azioni di questo paese in quanto non è pienamente soddisfatto dalla qualità della corporate governance, ovvero dal trattamento talvolta riservato agli azionisti di minoranza. In particolare, Jain ritiene che le possibili influenze del governo cinese nelle imprese private possano rappresentare un limite ai fini dell’investimento. Per tali ragioni, predilige invece gli investimenti in India, dove trova analoghe opportunità di crescita, ma spesso con un miglior sistema di corporate governance. Leggeri su Wall Street Anche per gli Stati Uniti abbiamo gestori che non sono del tutto convinti sull’effettiva bontà delle opportunità di investimento presenti. Ad esempio, Aberdeen World Equity (Morningstar Analyst Rating “Silver”), gestito da un team di 12 analisti coordinati da Stephen Docherty, mantiene da lungo tempo un sottopeso nei confronti dell’economia statunitense. Infatti, un tradizionale indice azionario internazionale, come l’Msci World, ha un’esposizione verso gli Stati Uniti di circa il 50%. Invece, Aberdeen World Equity mantiene una percentuale di gran lunga più bassa, pari a circa il 24% (a novembre 2011). Il principale motivo attiene alle valutazioni: il team ritiene che le azioni americane in numerosi casi siano care rispetto alle effettive prospettive di crescita e, così, pensano di poter trovare alternative più convenienti in altri paesi del mondo, come l’Asia, l’America latina e l’Europa. Non si può dire che queste scelte abbiano penalizzato il fondo, in quanto la performance a cinque e dieci anni è di gran lunga superiore alla media, come segnalato anche dal Morningstar Rating di quattro stelle. 26 Morningstar Investor Gennaio / Febbraio 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

Morningstar Investor Gennaio/Febbraio 2012
Attualità
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L'Editoriale
Potenze a confronto
Gli Usa non fanno marcia indietro
La Cina ha molte carte da giocare
Cosa manca a Shanghai per essere Wall Street
Gli americano rivalutano il risparmio, i cinesi provano a ridurlo
Imprese di stato, è tempo di cambiare
Compro la Cina da Milano
5 domande a Pierpaolo Benigno (economista)
Rischio super-potenze, strategie di copertura
Cina e Usa: motori difettosi?
Analisi Morningstar
Usa e Cina negli Etf
ETF Analysis
Gli affari d'oro di New York a Pechino
Cina e Usa sono big anche nei fondi

Morningstar Investor - Gennaio/Febbraio 2012

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