Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012 - (Page 26)

In Pratica Cap e fondamentali, mix possibile Di Massimo Scolari Gli indici collared weghiting fondono i due approcci per trarre il maggior vantaggio da entrambi. Indici a capitalizzazione o fondamentali? Tra le due alternative, si è fatta strada una proposta ibrida, quella dei “collared weghiting”. Questione di pesi Gli indici di mercato sono calcolati secondo una metodologia di ponderazione basata sulla capitalizzazione dei titoli inclusi nell’indice. Ciò rappresenta un vantaggio, poiché il rendimento degli indici corrisponde alla performance aggregata di tutti gli investitori di uno specifico mercato. Un secondo vantaggio è riconducibile alla minore frequenza di ribilanciamento del portafoglio: se l’investimento in un titolo si accresce o si riduce per una variazione del suo prezzo di mercato, il peso nel portafoglio e nell’indice di riferimento si aggiustano simultaneamente. Tuttavia da qualche tempo si è posta in discussione l’efficacia di una strategia di investimento basata sulla capitalizzazione. Si pensi ad esempio alla crescita del peso del settore tecnologico alla fine degli anni 90 sull'S&P 500 (oltre il 40% contro un valore del fatturato non superiore al 15% del totale). Inefficienza ed errori di valutazione nei prezzi di mercato hanno fornito la motivazione principale della realizzazione di una nuova metodologia di costruzione degli indici, che si basa, anziché sulla capitalizzazione dei titoli, sui valori fondamentali delle società quotate (fatturato, cash flow, valore di libro, dividendi e numero di occupati). La data di nascita di questo nuovo approccio può essere associata al contributo di R. Arnott e J. Hsu e Moore che nel 2005 pubblicarono uno studio che fu, tra l’altro, la premessa per la realizzazione degli indici RAFI da parte di Research Affiliates, società fondata nel 2002 dallo stesso R. Arnott. Alla fine del 2011 gli investimenti globali sulla strategia dell’indice RAFI ammontano ad oltre 80 miliardi di dollari. 2011 no per i fondamentali La letteratura sulle tecniche di costruzione degli indici su base fondamentale ha fornito numerose evidenze della capacità di tali indici di fornire agli investitori, anche grazie alla maggiore esposizione verso i titoli value e small cap, una combinazione di rischio-rendimento superiore a quella fornita dai tradizionali indici a capitalizzazione. Questi ultimi rappresentano i benchmark di rifermento per la maggior parte dei gestori attivi. L’adozione di strategie di investimento di portafoglio basate sulla metodologia degli indici fondamentali dovrebbe essere in grado di sovrastare i rendimenti dei benchmark rappresentati dagli indici di capitalizzazione. L’evidenza mostra al contrario che la percentuale di gestori attivi che riescono, anche al lordo delle commissioni, a battere il proprio benchmark nel settore azionario non risulta particolarmente elevata. Nel 2011 in particolare si è osservato una performance media dei gestori attivi inferiori agli indici di riferimento. Nello stesso anno il confronto tra gli indici tradizionali di mercato (a capitalizzazione) e gli indici fondamentali evidenzia una sottoperformance di questi ultimi in contrasto con l’andamento degli ultimi 3, 5, 10 anni (si veda il grafico seguente che raffronta il rendimento medio annuo dell’indice RAFI All World 3000 con l’Indice MSCI All Country World). La volatilità connessa a fattori di rischio globale ha portato ad una crescita della correlazione delle performance dei singoli titoli azionari. In un recente articolo Jim Bianco osservava che nel periodo tra il 1996 ed il 2008 vi erano stati soltanto 12 giornate nelle quali più di 490 titoli dell’indice S&P 500 si erano mossi nella stessa direzione (in 2 giorni al rialzo e in 10 giorni al ribasso); nel solo 2011 ciò è avvenuto in ben 15 occasioni. Secondo uno studio di Leuthold Group il livello medio della correlazione ha toccato un massimo storico lo scorso ottobre (86%), superando il precedente punto massimo che si registrò nel crash dell’ottobre 1987. La forte correlazione delle performance dei titoli azionari è il contesto meno favorevole per le strategie di investimento che fondano le proprie scelte sui valori fondamentali; questi ultimi vengono infatti tenuti in scarsa considerazione in una situazione di mercato dominata dai fattori globali e macro. 26 Morningstar Investor Maggio/Giugno 2011

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012

Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
In principio, Markovitz
Il primato dell’asset allocation
MVO, l’evoluzione della specie
Markovitz 2.0
Oltre alla teoria dell’utilità attesa
Analisi di portafoglio, strumenti di frontiera
Rischio e modelli scenari
La metamorfosi degli indici
Cap e fondamentali, mix possibile
Un portafoglio con stile
Value, growth, cicli di mercato e sentiment
Strategia, chiave di volta del bravo gestori
Quando il gestore fa la differenza
Manuale d’uso dei fondi bilanciati
Analisi Morningstar
Markovitz 2.0, dalla teoria alla pratica

Morningstar Investor Marzo/Aprile 2012

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