Morningstar Investor - Maggio/Giugno 2012 - (Page 8)
Per Cominciare
Attori della politica monetaria
Di Valerio Baselli
La storia delle banche centrali comincia a Stoccolma nel 1656. La loro missione è la stabilità dei prezzi e del sistema finanziario.
Banca centrale. Due parole che sentiamo molto spesso nelle notizie che riguardano l’economia, specialmente in questi ultimi anni di crisi. A questo proposito, quasi tutti sanno che la Bce è la Banca centrale europea, così come la maggior parte dei cittadini italiani sa che la Banca d’Italia è la banca centrale italiana. Ma cosa fanno le banche centrali? Quando sono nate? E quali funzioni svolgono? Andiamo con ordine. Un tuffo nella storia Storicamente, la prima banca centrale è stata la Banca di Stoccolma, sorta nel 1656 e divenuta nel 1668 la Sveriges Riksbank (in seguito Banca di Svezia). La prima vera e propria banca di emissione fu però la Banca d’Inghilterra, costituita nel 1694 come società anonima (The Governor and Company of the Bank of England era il suo nome originale) e con un capitale di 1,2 milioni di sterline allo scopo di concedere un prestito di eguale ammontare allo Stato. La Banca d’Inghilterra, come gli istituti analoghi sorti in seguito nelle altre nazioni, non godeva del monopolio dell’emissione di moneta, benché le leggi del 1697 e del 1708 le avessero permesso di operare in condizioni privilegiate stabilendo che nessuna banca potesse essere costituita in forma di società anonima e che nessuna società con più di sei membri potesse emettere biglietti. Secoli dopo (nel 1875), in Germania, fu fondata la Reichsbank. La prima banca centrale con potere di emettere titoli di credito fu invece la Banca nazionale d’America che Alexander Hamilton fondò nel 1790, che fu fortemente voluta da Benjamin Franklin. In Italia, al momento dell’unificazione (1861), erano cinque le banche di emissione: la Banca nazionale del Regno d’Italia, la Banca nazionale toscana, la Banca Romana, il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli. A queste, nel 1870 si aggiunse la Banca toscana di credito. La Banca d’Italia venne fondata nel 1893, dopo il crollo della Banca romana, a seguito della fusione tra le altre, ma solo dal 1926 ottenne il monopolio dell’emissione monetaria. La nascita dell’euro Con l’Unione monetaria, l’Europa ha vissuto una piccola rivoluzione. I 17 paesi aderenti all’euro (all’inizio erano 11) hanno delegato la propria politica monetaria e il potere di emissione, prima di competenza nazionale, alla Banca centrale europea (Bce), nata nel 1998 e operativa dal 1999, la quale accentra tutte le funzioni di politica monetaria e decide il tasso di cambio delle banche centrali nazionali. La Bce ha sede a Francoforte. Cosa fanno le banche centrali La banca centrale è l’istituzione bancaria al centro del sistema finanziario di un paese. Le sue funzioni principali sono essenzialmente tre. La prima è l’emissione di banconote (ha il monopolio sull’emissione della cartamoneta in quasi tutti i paesi e controlla il processo di creazione monetaria. In passato la funzione di emettere moneta era affidata a una pluralità di banche di emissione. Ciò non consentiva di agire con un unico indirizzo nazionale sulla politica monetaria. Nel corso del Novecento, gli stati hanno concentrato la funzione di emissione della moneta in una sola banca centrale). La seconda è il controllo sulle banche ordinarie (ha il potere di controllo sull’attività bancaria). Per tale ragione è conosciuta anche come “banca delle banche”. La terza funzione è la gestione delle riserve valutarie: l’istituto centrale può condurre transazioni in divise estere e operazioni di controllo dei tassi di cambio influenzando la svalutazione o la rivalutazione della moneta nazionale. Le banche sono considerate una componente essenziale del mondo economico e una loro crisi potrebbe avere effetti sistemici. Oltre a difendere la stabilità dei prezzi, la banca centrale ha il compito di garantire la stabilità del sistema bancario. Nei sistemi moderni si considerano come assunzioni fondamentali il principio dell’indipendenza delle banche centrali e la priorità della stabilità dei prezzi rispetto alla crescita economica (aspetto di competenza dei governi). Il principio d’indipendenza comporta una separazione di poteri fra governi e autorità monetarie. Entrambi perseguono due aspetti di uno stesso obiettivo di pubblica utilità, che è l’aumento del potere di acquisto dei redditi. K
Valerio Baselli è editor di Morningstar Italy
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