Morningstar Investor - Novembre/Dicembre 2012 - (Page 10)

Scenari Il numero magico è 1,2 miliardi Di Andrea Dal Santo, CFA, e Lawrence Speidell, CFA E’ la popolazione che vive nei paesi di frontiera e fa gola a investitori e multinazionali. Il ruolo dei Fondi sovrani nel trasferire competenze e creare occupazione. Gli investimenti nei paesi di frontiera hanno visto un crescente interesse soprattutto da parte degli investitori istituzionali. Diverse le ragioni. Innanzitutto, in questa fase storica caratterizzata da bassi rendimenti, gli investitori sono alla ricerca di asset class che offrano buoni rendimenti attesi; inoltre, una certa “maturità” e popolarità dei loro cugini, i paesi emergenti, ha spinto alcuni investitori a considerare alternative similari, ma con valutazioni migliori o tassi di crescita più sostenibili. Ci sono poi ragioni più strutturali, come il più facile accesso ai dati macro e micro dei paesi di frontiera ed i progressi nella disintermediazione (si veda la Cambogia, per esempio). Non da meno, i rapidi investimenti in terre e materie prime dei Fondi sovrani, in primis la Cina, hanno prodotto ingenti flussi di denaro soprattutto in Africa. Infine, vi sono considerazioni legate alla diversificazione del rischio nei portafogli globali. Nonostante l’interesse degli investitori e la presenza nelle Borse europee di alcuni strumenti che investono in queste piazze, questa asset class resta scarsamente nota e accessibile a pochi. Ciononostante, i paesi di frontiera meritano un approfondimento, non fosse per i tassi di crescita di queste economie ed 1,2 miliardi di consumatori che fanno gola agli investitori e alle multinazionali. Identikit Guardando all’esperienza di tutti i giorni, si osserva che gli operatori di mercato non hanno una definizione univoca. Per alcuni, i Paesi di frontiera sono ricompresi negli emergenti, per altri sono un’asset class separata, altri ancora vi includono i Paesi in via di sviluppo. Si tratta di problemi definitori che testimoniano la difficoltà di applicare ai tempi moderni definizioni forse un po’ datate. Il termine “Paese di frontiera” è stato coniato nel 1996 dalla International finance corporation (Ifc) per il suo indice di frontiera che accoglie 21 paesi. Standard & Poor’s ha in seguito acquistato il database di Ifc e compila da allora il relativo indice. Altri indici sui paesi di frontiera sono marchiati Msci e Russell. In tutti questi indici ci sono anche i paesi del Golfo (Gulf cooperation council - Gcc), ma, non avendo molto in comune con gli altri paesi di frontiera gli investitori restringono l’analisi a quelli ex-Gcc. I temi d’investimento La crescita Un primo tema è la crescita economica che nell’ultimo decennio è stata sostenuta ed è paragonabile a quella dei paesi emergenti, con l’importante distinguo che il Pil pro-capite dei paesi di frontiera si colloca a livelli più bassi e quindi promette una crescita più prolungata. La popolazione Le dinamiche demografiche sono anche positive e sostengono le rosee previsioni soprattutto in America centrale, Africa, Medio oriente, India e Sud est asiatico (Financial Analysts Journal, Demographic Changes, Financial Markets, and the Economy, n.1/2012) in netto contrasto con i paesi sviluppati: in Giappone e in Italia, per esempio, solo il 14% della popolazione ha meno di 15 anni, mentre, all’estremo opposto, in Zambia, Tanziania e Bangladesh, la percentuale è molto più elevata (46%, 43% e 36% rispettivamente). Naturalmente, l’eccessiva crescita della popolazione se non è sostenuta da un’attenta politica economica è destinata a tradursi in un boomerang per qualunque stato. Molti paesi di frontiera hanno accettato la sfida e stanno “preparando il terreno” per le nuove generazioni, anche con l’aiuto e il sostegno della comunità internazionale. I Fondi sovrani Nel breve periodo, sebbene vi siano dubbi sulla sostenibilità e sulle finalità degli investimenti dei Fondi sovrani, essi favoriscono la creazione di occupazione, contribuiscono al trasferimento di know-how e spingono al rialzo il reddito pro-capite. Infine, è importante evidenziare che i paesi sviluppati hanno compiuto importanti cambiamenti nelle politiche di sostegno che sono più pro-cicliche e orientate 10 Morningstar Investor Novembre / Dicembre 2012

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Novembre/Dicembre 2012

Morningstar Investor Novembre/Dicembre 2012
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Chi sta sulla frontiera
Il numero magico è 1,2 miliardi
Acrobazie sulle dune africane
Medio oriente incompreso
La piccola frontiera europea
Chi bussa all'Asia emergente
Le mine vaganti
Il caro prezzo dei terremoti
Un'obbligazione contro le catastrofi
Se l'emigrante fa bene al Pil
Sviluppo oltre le etichette
Un pizzico di nuovo riduce il rischio
Borse, i big delle commodity vanno all'estero
Il fondo esploratore è giovane
Etf a confronto: Msci Corea
Gli strumenti Morningstar

Morningstar Investor - Novembre/Dicembre 2012

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