Morningstar Investor - Novembre/Dicembre 2012 - (Page 30)
In Primo Piano
Sviluppo oltre le etichette
Di Azzurra Zaglio
La crescita economica non è per tutti. Molte persone non hanno nessuna assicurazione da malattie e catastrofi. Alcune compagnie provano con le micro-assicurazioni.
Nella quasi totalità di essi, le società locali sono sconvolte da mutamenti profondi che mettono in discussione equilibri ancestrali e spazzano via i vecchi cliché di noi occidentali. L’inarrestabile processo di urbanizzazione, i grandi numeri demografici, lo sviluppo di un nuovo ceto medio e le frequenti rivolte politiche e civili. Ma anche l’inizio di un’emancipazione femminile, i rapporti più stretti con i paesi emergenti, come la Cina, e con quelli occidentali, la diffusione delle prime tecnologie moderne. Tutto avviene molto in fretta e sotto i nostri occhi. Impossibile fermare la metamorfosi di questa fetta di mercato. Mentre l’economia dell’Occidente è in recessione, il Pil delle frontiere prende il volo. In alcuni Paesi, secondo la Banca mondiale, la crescita è a due cifre (ma bisogna ricordare che solo una piccola parte della popolazione gode di questa fase di sviluppo). Il boom economico è spesso alimentato dall’esportazione di petrolio e di minerali strategici. I nuovi partner commerciali – Cina, India e Brasile in testa – garantiscono liquidità e investimenti e si sta affermando una classe politica e imprenditoriale capace di raccogliere e vincere le sfide del nostro tempo. Secondo gli analisti, il motore del risveglio è proprio questa riscossa del ceto medio, una nuova classe sociale – in via di istruzione e ambiziosa - che sta cambiando il volto di questi territori.
Ricchi e poveri Alla ricerca di nuovi rendimenti che ormai nemmeno più i mercati occidentali sanno garantire, gli investitori vedono i mercati di frontiera fascinosi e attraenti per diversificare i loro portafogli. Nell’ultimo decennio, questi mercati stanno mostrando un certo appeal in tema di crescita e di avvicinamento all’economie emergenti e molti investitori, soprattutto istituzionali, iniziano a pensare che questa forza di convergenza sia reale e che tutti i mercati di frontiera continueranno a crescere, anche se non sempre rapidamente, mettendosi al passo con i livelli di reddito degli emergenti. Il termine “di frontiera” ha visto un uso reale solo a partire dal 2007, quando gli investitori esteri hanno iniziato a considerare questi paesi come terre di rischi ma anche di rapide fortune, viste le regole di mercato non ortodosse. Questo è un mondo in cui l’insider trading riesce a dilagare poiché ufficialmente tollerato, in cui i dati finanziari sono irregolari, saltuari perché le autorità istituzionali non richiedono trasparenza e dove spesso i rischi sono più quelli a mano armata che non quelli di investimento. Questo stato di semi-illegalità ha portato su di loro l’attenzione; paesi con tassi di crescita economica, compresi tra un massimo del 20% in Ghana e un minimo del 2% in Serbia,
rispetto allo spettro più contenuto tra gli emergenti che spaziano solo tra il 9% cinese e il 3% sudafricano (dati della Banca mondiale a fine 2010). Spesso i confini dei mercati frontiera non sono definiti dal loro stato di povertà. Infatti, i mercati di frontiera sono sia quelli con livelli medi di reddito inferiori a 1.500 dollari americani, sia Paesi come il Qatar tra i più ricchi del mondo, con una media di reddito di 100 mila dollari. Circa 35 nazioni (numero in continua evoluzione) rientrano in questa classificazione di frontiera e quasi un centinaio rimangono ancora al di fuori della categoria, lontani dalle mappe degli investitori (come per esempio il Paraguay, il Turkmenistan e il Senegal). Paesi surriscaldati Ma gli individui sono anche consapevoli che investire in questi paesi debba essere solo per una scelta di diversificazione, e non core, del portafoglio. Infatti, i rischi di investimento sono legati a molti fattori esterni. Senza escludere Madre Natura che spesso si accanisce contro queste terre. I cambiamenti climatici globali, in assenza di piani di interventi adeguati, possono essere nefasti per la popolazione e il territorio. Il riscaldamento globale è un fenomeno emergente. È quanto emerge dagli studi condotti da Maplecroft, la società specializzata in analisi
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Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Novembre/Dicembre 2012
Morningstar Investor Novembre/Dicembre 2012
Attualità
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Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Chi sta sulla frontiera
Il numero magico è 1,2 miliardi
Acrobazie sulle dune africane
Medio oriente incompreso
La piccola frontiera europea
Chi bussa all'Asia emergente
Le mine vaganti
Il caro prezzo dei terremoti
Un'obbligazione contro le catastrofi
Se l'emigrante fa bene al Pil
Sviluppo oltre le etichette
Un pizzico di nuovo riduce il rischio
Borse, i big delle commodity vanno all'estero
Il fondo esploratore è giovane
Etf a confronto: Msci Corea
Gli strumenti Morningstar
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