Morningstar Investor - Aprile/Maggio/Giugno 2013 - (Page 20)

In Primo Piano Focus Italia: la storia si ripete Di Marco Caprotti Il Belpaese è di nuovo nel mirino della speculazione. Gli intrecci tra politica, finanza e attacchi alla lira. Sembrano tornati i tempi della lira. Almeno per quanto riguarda la percezione dell’Italia come paese pericoloso per gli operatori. Con l’introduzione dell’euro, infatti, i destini borsistici del Belpaese sono stati sostanzialmente legati a quelli del resto della regione. La situazione è cambiata negli ultimi due anni. L’Italia, a causa della crisi dei titoli governativi, delle sue dimensioni economiche e del suo debito pubblico, è di nuovo nel mirino della speculazione internazionale, come ai tempi del vecchio conio. gli equilibri interni del partito di maggioranza, la Democrazia cristiana, subirono un grande sconvolgimento in seguito al nuovo orientamento politico, con la sostituzione, nel ruolo di segretario politico, di Amintore Fanfani con Benigno Zaccagnini. Rappresentò un epilogo inevitabile il disimpegno socialista e la crisi venne aperta da una lettera di dimissioni di De Martino, vice presidente del consiglio del quarto esecutivo Moro, pubblicata dal quotidiano del partito, l’Avanti! a fine anno. monetario europeo, avvenuto in effetti nel weekend successivo. E sul mercato giunse un cospicuo ordine di acquisto (125 milioni di dollari) da parte dell’Istituto Sanpaolo di Torino per conto dell’ Eni che doveva estinguere un debito in valuta. La banca centrale avvertì i committenti di ritenere inopportuna quell’operazione, vista la situazione. Ma l’ordine di acquisto fu egualmente presentato e la Banca d’Italia decise allora di lasciare che esso venisse regolato dalle forze di mercato e i prezzi ne risentirono. Giornate nere I casi storicamente più famosi sono la svalutazione della lira a metà anni ‘70 e il cosiddetto “venerdì nero” del 1985. Nel 1976 la lira fu colpita da tre attacchi, il più grave dei quali fu il primo, quello di gennaio (ed è ad esso che ci si riferisce quando si parla della “crisi della lira del ‘76”). L’evento presentava molte peculiarità che riguardavano il contesto congiunturale e sociale, il cambio e le scelte economiche, sulle quali gli storici si interrogano ancora oggi. Ma a far precipitare la situazione contribuirono in maniera determinante i fattori politici. Nel 1975 il clima sociale subì un brusco peggioramento, dopo i risultati positivi del Pci (Partito comunista) alle elezioni di giugno. Vi furono dei tentativi del presidente del consiglio, Aldo Moro, di stabilire contatti con i comunisti di Enrico Berlinguer. Questo creò un crescente malumore tra gli alleati socialisti, partner dei democristiani nel quarto governo Moro. Anche Attacco alla lira Il quadro economico subì un nuovo deterioramento a causa delle valutazioni negative che gli ambienti finanziari internazionali espressero sul nuovo corso della politica economica del paese. Così la lira fu oggetto di un pesante attacco speculativo. In piena crisi politica, il 20 gennaio 1976 il governo in carica fu costretto a chiudere il mercato dei cambi, riaperto poi dopo quaranta giorni. Nel marzo dello stesso anno la crisi politica venne formalmente chiusa con la costituzione di un nuovo governo Moro. Il lunedì successivo il dollaro tornò su livelli più ragionevoli (1.900-1.920 lire) ma il venerdì nero non solo pesò sulle casse dell’Eni ma anche delle altre società che quel giorno eseguirono acquisti di dollari. Questo diede vita a polemiche e vertenze giudiziarie. Il presidente del consiglio, Bettino Craxi, aprì un’inchiesta e il 31 luglio del 1985, il ministro del Tesoro e il governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, giunsero addirittura a proporre le proprie dimissioni, subito respinte. Sedato il problema politico e archiviata nel novembre 1987 un’inchiesta penale, restò in piedi una sequela di vertenze giudiziarie, in particolare tra l’Eni e il Sanpaolo. La Cassazione il 26 febbraio del 1998 impose agli istituti di risarcire i danni procurati ai clienti acquistando su loro mandato valuta nei giorni di turbolenza dei cambi. K 20 Morningstar Investor Aprile/Maggio/Giugno 2013 Circa nove anni dopo (il 19 luglio del 1985) la lira, che viaggiava a 1839,70 rispetto al dollaro, schizzò improvvisamente a 2.200 lire con un balzo di circa il 20%. Il ministro del Tesoro dell’epoca, Giovanni Goria, chiuse temporaneamente i mercati dei cambi. Cosa era accaduto? Circolavano voci su un riallineamento, con svalutazione, della parità della lira nel sistema Marco Caprotti è editor&analyst di Morningstar Italy.

Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Aprile/Maggio/Giugno 2013

Morningstar Investor - Aprile/Maggio/Giugno 2013
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Portafogli sotto assedio
Strette di mano e connessioni pericolose
Chiamata alle urne
Focus Italia: la storia si ripete
Focus Germania: la rinascita nell'Ue
Focus Usa: un pieno di shock
Come lavorano le agenzie di rating
Quanta varietà per il debito emergente
Le insidie di un cambio della normativa
Cosa sapere se faccio business in Africa
Soros, 1992 attacco alla lira
L'altra dimensione del premio
I titoli con più rischi sulle spalle
Il rischio sovrano nei fondi
Quando il rischio non fa paura

Morningstar Investor - Aprile/Maggio/Giugno 2013