Morningstar Investor - Aprile/Maggio/Giugno 2013 - (Page 8)
Per Cominciare
Rischio politico, istruzioni per l’uso
Di Valerio Baselli
Non c’è una chiara e univoca definizione di rischio politico, ma una cosa è certa:
esiste e deve essere gestito.
I manuali di economia ci spiegano che il
rischio politico consiste nell’eventualità che
un determinato paese si trovi in condizioni
tali da non poter onorare gli impegni finanziari
assunti dai propri residenti nei confronti di
soggetti non residenti a causa di una
mancanza di risorse o per qualsiasi altro
motivo (guerre, insurrezioni, catastrofi naturali,
ecc.). Rientrano nella categoria “rischio
politico” anche le eventualità di espropri,
nazionalizzazioni, confische, sequestri,
moratorie e altre misure che il governo locale
decide di intraprendere anche a danno
delle aziende estere o partecipate dall’estero
e dei loro beni.
Un concetto molto ampio
Tuttavia, la letteratura è molto ampia e
abbraccia aree di analisi talvolta anche molto
diverse tra loro. Ad esempio, spesso si sente
parlare di rischio politico e di rischio paese
come se fossero sinonimi, eppure una recente
corrente di pensiero reputa il rischio paese un
concetto più ampio di quello di rischio politico,
alla luce di alcuni eventi internazionali che
hanno evidenziato come anche fatti non
attinenti alle decisioni politiche possono
compromettere il livello di rischio di un paese.
Inoltre, all’interno del concetto di rischio
paese (come detto, molto esteso) è in seguito
nato un approfondimento al tema del
sovereign risk, rischio sovrano, specifico delle
emissioni obbligazionarie di un governo.
Tornando al rischio politico in senso più stretto,
lo si può definire come il rischio di incorrere in
una perdita a seguito di un investimento in un
paese straniero, a causa di politiche economi-
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Morningstar Investor Aprile/Maggio/Giugno 2013
che o fiscali, di cambiamenti legislativi, di
malfunzionamento del sistema giudiziario, di
instabilità, di eventi estremi, riconducibili alla
guida politica o alla situazione sociale di quel
determinato paese. È chiaro che una tale
definizione presenta dei connotati molto ampi,
adattandosi alle diverse modalità di investimento e ricomprendendo tutte quelle aree di
rischio che si manifestano nel momento in cui
si effettua un investimento al di fuori dal
proprio paese.
Chi più chi meno, ma tutti soggetti
È opportuno sottolineare come tutti oggi siano
concordi sul fatto che non esistono paesi privi
di rischio, in quanto anche le nazioni
economicamente più avanzate evidenziano un
proprio livello di rischiosità. Ad esempio, in
uno studio della Banca Mondiale del 2001 si
sottolinea che perfino gli investimenti negli
Stati Uniti d’America, paese considerato
universalmente come economicamente
sviluppato e tecnologicamente all’avanguardia,
presentano un determinato livello di rischio in
quanto la legislazione statunitense è soggetta
a continue modificazioni che spesso mostrano
un carattere retroattivo.
Numerosi operatori economici, istituzioni,
istituti di ricerca, banche d’affari, agenzie di
rating, società specializzate, istituti di credito
e società assicurative elaborano studi e
ricerche sul rischio paese. Queste analisi
permettono di avere un quadro completo delle
metodologie utilizzate per la valutazione del
rischio politico. È chiaro che la mappa del
rischio politico è in costante cambiamento.
Tuttavia, si può affermare che le aree più a
rischio sono in generale quelle dei mercati
emergenti, soprattutto quei paesi socialmente
instabili. Senza entrare nel dettaglio,
l’America latina e l’Africa sono due macroaree
molto calde da questo punto di vista, anche se
non certo le uniche.
È quindi opportuno che gli investitori
capiscano che il political risk fa parte di
quell’insieme di rischi (assieme al rischio di
controparte, di credito, di liquidità, di cambio,
ecc.) che devono essere presi in considerazione quando si effettua un investimento, e
non solo quando lo si effettua all’estero,
anche se questo aspetto può aumentare la
rischiosità. Infatti, è possibile che anche il
paese in cui si vive possa presentare un
rischio politico. Insomma, come tutti i rischi, lo
si deve conoscere per poterlo gestire. K
Valerio Baselli è editor di Morningstar Italy
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