Morningstar Investor - Luglio/Agosto/Settembre 2013 - (Page 20)
In Primo Piano
Una misura dello sviluppo sostenibile
Di Fabio Eboli
La Fondazione Eni Enrico Mattei ha sviluppato un indice che
potrebbe sostituire il Pil. Oltre all’attività economica il benchmark
tiene conto di fattori sociali e ambientali.
Il filone di ricerca sullo sviluppo sostenibile
nasce negli anni ’70 con la presa di coscienza,
attraverso varie iniziative e documenti tra cui
il rapporto del Club di Roma Limits to Growth,
di una sempre più evidente contrapposizione
tra la crescita economica indefinita sintetizzata nel Prodotto interno lordo pro capite (Pil
p.c.), principio guida dell’economia classica
e neoclassica, e la limitata disponibilità di
risorse naturali.
Il concetto è principalmente legato al depauperamento delle risorse naturali (energia e materie prime) e a fenomeni sempre più diffusi di
inquinamento, locale e globale. Tutti elementi
che incidono sugli aspetti legati alla qualità
della vita (un concetto che gli economisti
definiscono “utilità”).
Nel tempo, la stretta dicotomia economiaambiente è stata complicata da preoccupazioni
di tipo sociale, conseguenze non volute della
crescita economica, che vanno dalla migliore
distribuzione delle risorse (finanziarie ed
energetiche, ma non solo) a una maggiore
partecipazione alle decisioni concrete che
implica anche una maggiore coesione sociale.
L’Onu, la Banca mondiale, l’Ocse e l’Unione europea hanno elaborato negli ultimi anni delle
strategie che mirano a rendere maggiormente
operativo il concetto di sviluppo sostenibile e
di “crescita verde”, che porterebbero anche
20 Morningstar Investor Luglio / Agosto / Settembre 2013
a sviluppi occupazionali e alla protezione e
valorizzazione del patrimonio ambientale.
Gli approcci e i limiti metodologici
Il dibattito sulla sostenibilità è ancora molto
distorto a favore di analisi puramente qualitative, dalle quali è relativamente facile arguire
cosa non funziona.
Più difficile risulta dare specifiche linee guida
su cosa fare per cambiare le cose. Al contempo, sta diventando sempre più diffuso l’utilizzo
di indicatori per la misurazione del progresso
in direzione dello sviluppo sostenibile.
Sebbene la definizione di sviluppo sostenibile
sia lungi dall’essere univoca, si sta cercando
una sempre maggiore convergenza sul set
degli indicatori da utilizzare per catturare al
meglio gli aspetti della sostenibilità dello
sviluppo.
Questi strumenti sono utili per il monitoraggio
dei vari elementi, ma non riescono a mostrare
le potenziali insidie e rischi che, nel tentativo
di voler migliorare una dimensione, possono
danneggiarne altre. Anche se inconsapevolmente. Un’alternativa è l’utilizzo di indici
compositi, che però si basano solo su trend
storici e dipendono fortemente dalla metodologia di normalizzazione e aggregazione degli
indicatori che li compongono.
L’indice di Sostenibilità FEEM
La Fondazione Eni Enrico Mattei propone da
qualche anno l’indice aggregato di sostenibilità FEEM SI, che vuole essere innovativo
sia per la metodologia di aggregazione dei
diversi indicatori che per l’approccio usato per
misurare l’evoluzione futura degli indicatori e
dell’indice aggregato.
Il FEEM SI è composto da 19 indicatori aggregati per aree tematiche fino a giungere alle
tre principali componenti della sostenibilità:
economia, società e ambiente (vedi fig. 1).
Gli indicatori sono generati all’interno di un
modello dinamico di equilibrio economico
generale che rappresenta l’economia mondiale.
Questo fornisce una cornice coerente per
valutare la sostenibilità, facendo emergere
i potenziali conflitti tra le sue componenti. Il
valore aggiunto dell’utilizzo di questo modello
è la possibilità di calcolare il valore degli
indicatori fino al 2020. I rilevatori così ottenuti
vengono poi ricondotti alla stessa unità di misura (normalizzati) e infine aggregati con una
metodologia non lineare che tiene conto delle
interazioni fra gli stessi e delle valutazioni di
soggetti esperti.
In primis, è interessante notare che in
generale c’è una correlazione positiva
dell’indice aggregato FEEM SI con la performance economica e sociale, ma negativa
Tabella dei contenuti per la edizione digitale del Morningstar Investor - Luglio/Agosto/Settembre 2013
Morningstar Investor - Luglio/Agosto/Settembre 2013
Attualità
Rubriche
Hanno scritto per noi
L'Editoriale
Un po' di energia in portafoglio
Lunga vita agli arabi. E al loro "oro"
La crisi fa diventare alternativi
La politica inquina il greggio
L'Asia va a caccia di energie
Una misura dello sviluppo sostenibile
Un futuro a tutto gas
Quella pannocchia sembra un barile
L'energia bianca illumina l'Italia
Il rinnovabile si fa a norma
Cinque domande a Michael Bret (Axa Im)
La volatilità del mercato dell'energia
La Borsa pesca nei pozzi petroliferi
Fondi azionari energia, poche medaglie
Fund analysis
Etf a confronto: Global clean energy
Rinnovabili, una categoria (troppo) magra
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