Morningstar Investor - Ottobre/Novembre/Dicembre 2013 - (Page 31)
Il Personaggio
Sinegal, il manager anti-tagli
Di Marco Caprotti
Il fondatore di Costco ha ridefinito il concetto di grande distribuzione,
salvaguardando i posti di lavoro.
Non è facile lavorare nella grande distribuzione.
Prima di tutto bisogna avere i punti vendita in
buone location. Poi bisogna rendere il marchio
riconoscibile e scegliere i prodotti giusti dai
diversi fornitori.
Una volta che i clienti passano la porta, il
lavoro diventa anche più complicato: bisogna
fidelizzarli e fare i conti con i prezzi e le
strategie di vendita dei concorrenti.
quelli legati alla salute). Una scelta che,
comunque, ha pesato sulla profittabilità.
Il suo salario di amministratore delegato si è
mantenuto sui 350mila dollari l'anno,
uno dei più bassi nel segmento retail e,
curiosamente, inferiore a quello di alcuni
vicepresidenti del gruppo.
Ma, soprattutto, si deve essere in grado di
adattarsi ai cicli economici che possono far
cambiare i bisogni dei consumatori e che
rischiano di lasciare il venditore con costi
eccessivi e i magazzini pieni.
Contro Coca Cola
L'approccio responsabile agli affari è rivolto
anche alla clientela con il tentativo di tenere i
prezzi al limite minimo, soprattutto in
un periodo di crisi economica. Un obiettivo
che viene conseguito anche a costo di
scelte estreme.
Etica in tempi di crisi
In un quadro del genere è difficile fare scelte
socialmente responsabili. Ci è riuscito Jim
Sinegal, fondatore della catena americana di
supermercati Costco (e amministratore
delegato dell'anno nel 2011 secondo
Morningstar) che, in 30 anni di attività, ha
ridefinito il concetto di grande distribuzione
anche dal punto di vista etico.
Nel 2009, ad esempio, Sinegal ha deciso di
togliere dai suoi scaffali i prodotti della Coca
Cola. L'intento era quello di mettere con le
spalle al muro il colosso di Atlanta e obbligarlo
ad abbassare i prezzi in tutto il paese. "Di
solito i grandi produttori nelle trattative con i
rivenditori hanno il coltello dalla parte del
manico", spiega Robert Hottovy, analista
azionario di Morningstar.
In un periodo di crisi economica come quello
scatenato dai subprime che ha costretto molte
aziende del settore a tagliare posti di lavoro e
negozi, Costco è riuscita a contenere il numero
dei licenziamenti al minimo del comparto e non
ha toccato i benefit degli impiegati (soprattutto
"Costco, però è il terzo gruppo di grande
distribuzione negli Stati Uniti con un giro
d'affari di 65 miliardi di dollari e Coca Cola alla
fine ha dovuto capitolare. Un altro risultato è
l'aumento dell'influenza della società nei
confronti degli altri fornitori ai quali riesce a
strappare le condizioni più favorevoli in termini
di prezzo. Un vantaggio per i consumatori,
soprattutto in una fase di post recessione
come quello che stiamo attraversando".
La concorrenza resta indietro
Scelte che hanno fatto diventare i negozi
Costco la meta preferita di famiglie e
negozianti, permettendo al gruppo di erodere
quote di mercato a un colosso come Wal-Mart.
"La crisi in qualche modo ha aiutato il gruppo",
continua l'analista. "Gli ha portato nuovi clienti
che erano alla ricerca di prodotti di marca a
prezzi convenienti", continua l'analista.
Ma le cose dovrebbero andare bene
anche quando la congiuntura si rimetterà
in carreggiata.
L'avventura di Sinegal come imprenditore della
grande distribuzione è iniziata nel 1983 dopo
alcune esperienze manageriali in gruppi come
Fed-Mart e Sol price. Lì ha appreso i rudimenti
del cosiddetto warehouse club (in cui i clienti
diventano soci del supermercato per ottenere
prezzi agevolati e offerte speciali). Un sistema
che è piaciuto soprattutto dopo lo scoppio
della crisi dei subprime dal 2007 al 2012 la
crescita dei clienti-soci è andata avanti con un
passo del +7% all'anno. K
Marco Caprotti è editor&analyst di Morningstar Italy.
Morningstar.it 31
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